mercoledì 29 febbraio 2012

"Il flauto magico" di Elio Danzè


 Punteggio 117/250  (4.6 voto)

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Era una pomeriggio di fine estate Tim raccoglieva sul suo giardino ghirlande profumate per la mamma come usanza ogni domenica, il più bel bambino del quartiere con occhi verdastri accesi e ciocche di capelli biondo cenere,tutti i vicini lo adoravano per la passione del flauto,un vero artista un vero gioiello che tutti vedevano in lui… il suo unico problema era quello di non avere molti amici,ma non perché non ne volesse avere,ma perché trovava banali le discussioni infantili… aveva appena compiuto sedici anni,e conosceva molti poeti tra i quali Baudelaire , Wilde…. Scrivendo dei piccoli saggi. A scuola non aveva ottimi voti però adorava l’arte della poesia ,come l’arte del flauto….il padre Ben un ragioniere con tanti pensieri e un mutuo da pagare lo teneva impegnato quasi tutta la metà della giornata, .la mamma Miriam una donna delicata, dolce pura come l’acqua trasparente svolgeva solo mansioni di casa tuttavia la famiglia era molto modesta aveva tanti e sani principi morali.,Tim e la mamma erano molto uniti lei ascoltava Tim quando suonava quel flauto .facendolo diventare magico,componeva piccoli suoni e lasciava la donna di incanto facendola sognare,e lievitare su guanciali d’oro ,su mondi ultra terreni. Fu allora che la donna lo portò a una signora molto malata, anche lei incantata dal suono soave e angelico di quel ragazzo innocente da artista .Quella signora molto vecchia ebbe per l’ultima volta il privilegio di morire col suono della morte mentre gli angeli celesti la portarono nel regno dei cieli… Tim adorava suonare quel flauto ogni volta che iniziava nella sua stanza, un canarino grigiastro si poggiava nel bordo della finestra della sua camera..Un giorno mentre tornava per la via di casa,prese una strada diversa dalla solita,data la pioggia che paralizzò il traffico. E con un suo compagno di classe Geronimo accorciarono la rotta,ovviamente non era lui a guidare dato che si era trasferito da soli sei mesi i due ragazzi si accorsero di un casolare abbandonato con una finestra senza vetro e cornicione vicino su una ripida montagna rocciosa ,vide le grate vecchie e arrugginite l’erba alta e secca con una targhetta con sopra scritto Duchessa Elmmar..suscitò una strana curiosità ,ma riprese il cammino verso casa,il giorno seguente facendo la stessa strada, passò davanti il casolare vedendo due giovanotti che entravano e uscivano da quel casolare e d’uno di loro fuori di guardia,Tim preso dalla sua curiosità chiese a chi stava fuori, cosa stessero facendo i suoi amici,il giovanotto con un berretto nero e bianco e l’aria di un adulto rispose che stavano cercando i diamanti del fantasma della duchessa Elmmar. per farlo spaventare e scacciarlo ,.raccontava certe storie di una donna uccisa in casa… Tim sbigottito annuiva il racconto di quel ragazzo mentre egli fumava facendo dei sospiri lunghi d’attesa…lui non volle entrare perché era molto scettico ,non credeva in simili creature dell’ altro mondo,Tim lo salutò ed andò verso casa…stette tutta la sera a pensare a quel fantasma, . A cena chiese a chi apparteneva quella casa prima di esser stata abbandonata, rispose il papà mentre stava tagliando il pane per la cena - in quel casolare si narra una leggenda … -.papà racconta.. disse Tim con occhi curiosi e orecchie aperte…- allora era il regno di una donna ricca e pavida ,cattiva per il suo denaro ,una donna che non aveva nessuna pietà. Impazzi per il suo matrimonio infranto,a quanto narra la storia suo marito la abbandonò con la sorella. il cuore le diventò come calcinaccio di polvere.. si racconta che venne uccisa di notte, misteriose creature si acclimatarono su di essa prendendo il suo posto uccidendola nel sonno…ma il come,resta ancora un mistero. - e a noi non ci interessa! rispose la mamma dall’altra stanza mentre sistemava i barattoli di carciofi nella dispensa….. La mamma disse a Tim di non fermarsi più li perché poteva essere pericoloso,oltre che inagibile,Tim obbediva sempre ai suoi genitori,non aveva mai disobbedito ,non era nel suo carattere..dopo cena dalla sua cameretta azzurrastra Tim si affacciò dalla sua finestra ,si chiedeva perché una donna cattiva non poteva dirimersi,e il motivo del suo comportamento .Durante la notte Tim sognò di esser dentro quel casolare in una stanza tinta di bianco e pareti trasudare d’acqua per l’umidità, un tappeto grande e verde ricamato di composizioni artistiche, in penombra dietro una scrivania di vimini vide le dita magre , lunghe e piene di anelli d’oro ,Tim disse con voce sottile -chi sei? Dove sono?.. una brusio di mille voci si accatastarono dalle orecchie facendolo svegliare di notte…L’indomani a scuola Tim pensava a quel sogno che turbava la sua mente, a quelle dita ,a quella stanza …non era tranquillo sentiva strani umori di paura e panico…uscito da scuola volle prendere con il suo amico e compagno Geronimo la strada del casolare,il suo amico Geronimo era al corrente del sogno di Tim per questo lo accompagnò rivisitando quel casolare che dava sulla fiancata di una montagna… -Vedi Tim questo è il punto dove venne uccisa l’anima crudele di quel mostro! indicò con un rame di legno un pozzo prosciugato, ridendo con le lacrime agli occhi…In quel momento lo sguardo di Tim si poggiò sulla finestra aperta,intravide qual cosa, ebbe uno scatto fulmine -Cosa c’è? cosa hai visto chiese Geronimo mentre siglava la sua data e quella della sua ragazza su un albero che stava fronte al casolare. –niente! rispose Tim - voglio andare a casa!continuò Tim. -come vuoi !però diciamolo prima alla duchessa,e urlando Geronimo vociò -noi andiamo via ci vediamo domani,mia amata”. E con l’aria superbia prese strada insieme a Tim.. A casa mentre stava sul suo morbido divano in pelle bianca, la pioggia fuori si abbatté ferocemente, per un attimo egli si appisolò sul divano caldo e piacevole..si trovò su una montagna,disperso tra arbusti alberi e foglie secche sul terreno umido, e un ronzio di voci girargli intorno,e con il riflesso del sole intravide l’ombra di una gigantesca mano aperta,volendolo catturare…scappò di scatto non guardando dietro per lo spavento, il cuore palpitò cosi forte ,che si svegliò tutto sudato….la mamma Miriam lo vide scomposto e gli disse - hai avuto un incubo,cosa stavi sognando…Tim turbato disse - nulla di che! Andò in bagno a lavarsi le mani prima della cena,non aveva ancora capito cosa allacciava il sogno al giorno in cui vide per la prima volta quel casolare..a tavola il padre raccontava di come gli era andata la giornata e nel frattempo raccontò di una strana donna che stava sotto l’ufficio dove lavorava Ben e gli disse che prima o poi le mani di quei villani diventeranno miei ciondoli ,e ossa legna per il mio camino. - “una matta” esclamò la mamma ,una povera matta,Dio abbi pietà di questa donna! -la cosa strana ,disse Ben ,e che non chiedeva nemmeno l’elemosina,e come se quella donna vestita da una tunica nera tombale incappucciata, stesse aspettando me,a volte la pazzia arriva fino alla perdita della ragione..concluse Ben mentre gustava il suo bicchiere di vino rosso porpora..Tim ascoltando la conversazione dei genitori,ebbe come una preoccupazione,da li chiamò il suo amico Geronimo raccontandogli il tutto ,e dicendo di non fare mai marachelle in quel casolare,ne di recarsi mai più li..perchè qual cosa stava cambiando. - di che ti preoccupi disse il suo amico dall’altra parte del telefono,sono sicuro che sei suggestionato dal fatto che tuo padre incontri storie di barboni per strade, senti Tim ho da fare mi devo vedere con Stefanie fra poco e mi devo far trovare più in forma che mai,tu mi capisci vero amico mio? fini con dire ci vediamo domani a scuola , e ne parliamo meglio. -ok! ripose Tim .e chiusero la cornetta,entrambi..Tim camminava con i piedi attenti,in silenzio,preoccupato e angosciato….Sali in camera,guardò delle vecchie foto fatte al campeggio della scorsa estate,ce ne fu una in particolare che lo commosse ,quella scattata con il nonno,prima della sua morte. fatte le due del mattino Tim non riusciva ancora prender sonno,e iniziò allora ad suonare quel flauto che aveva accantonato. Il suono divino di quel flauto seduceva anche leoni e demoni …abbassò gli occhi addormentandosi sul guanciale del suo cuscino di una nuvola morbida…al mattino Tim si fece sveglia da solo vedendo il padre mentre stava uscendo.. buona giornata figlio disse chiudendo la porta Ben. Si preparò,mentre la mamma gli riscaldava il suo latte caldo con biscotti.. Arrivato a scuola Tim era impaziente fremeva per parlare con Geronimo,ma non venne,pensò Tim che si addormentò, o decise di marinare la scuola come spesso faceva,per evitarsi lezioni noiose quali la geometria ,in classe mentre l’insegnate spiegava teoremi geometrici, Tim vide dalle pareti spalle all’insegnate strani occhi infernali a mandorla uscire al di fuori il muro che stava fronte a lui,si strofinò gli occhi li assottigliò , si avvicinò lo sguardo atterrito e bocca aperta ,si alzò per capire cosa stesse vedendo,l’insegnate vedendolo l’unico alzato chiese se era già pronto per l’interrogazione,ma Tim in quel momento aveva solo occhi in quel punto ,tutta la classe scoppiò a ridere ,adesso siediti,altrimenti ti butto fuori..mi scusi disse Tim ….nessuno vedeva all’ infuori di lui .alla fine delle ore Tim parlò con l’insegnate di flauto che in verità era una sua zia,gli confidò il segreto di quello che fino a quel momento lo turbava facendolo uscire matto. la zia lo rassicurò dicendo che la sua paura trasformava gli oggetti inanimati in animati costruendosi cosi un mondo di streghe e demoni…per via di quella casa che tutti raccontano….Tim apprese le parole della zia e ne fece tesoro,doveva solo trovare un diversivo ,questo portò in lui un piacevole sollievo..tornato a casa .Tim iniziò a studiare in stanza tutto il pomeriggio, a fine giornata bussarono alla porta, - è aperto!” disse il giovane, entrò Gero. Con occhi atterriti di paura disse Tim - cosa è successo siediti! Geronimo rispose a Tim che a scuola non cera perche si vide con la sua ragazza,e andarono tutti e due in quel casotto,entrarono dalla finestra e si misero sopra in mansarda,ad un certo punto una mano fredda cadaverica si posò sulla spalla della sua ragazza,lei girandosi la vide di fronte e vedemmo due occhi verdi ghiacciare il nostro fiato…scappammo in fretta senza neanche mettere le scarpe,uscendo alle nostre spalle ci tirarono piatti di ceramica e forchette di ferro ,Stefanie è ferita ad un braccio,da una lama di un coltello,io per fortuna ho solo preso un pezzo di vetro con l’alluce del piede destro..- aiutami dobbiamo fare qual cosa! disse Gero -avevi ragione tu ieri sera ho sognato, la stessa data di me e lei ,su una tomba vicino il casolare…siamo stati forse maledetti! piangendo disse Gero. Tim pensò da quel momento che niente era più surreale. Allora Tim parlo con Gero dicendo di ritornare li per l’ultima volta insieme , e suonargli con il suo flauto,come segno di pace…- è assurdo che pensi al tuo stupido flauto ,qui la situazione è seria ,li vive un vero demone,dobbiamo chiamare la stampa a gridarlo ai quattro venti…pensa a quanto mi pagheranno se racconto la mia vicenda! - oppure ti prenderanno per un pazzo che vuole solo approfittare di un casotto abbandonato per fare lucro…non ti crederà mai nessuno…!disse Tim - voglio andarci disse deciso…- abbi fiducia torniamoci insieme. - sta calando il sole disse Gero,non penso sia una buona idea per oggi. -hai paura?disse Tim – mai. -allora vieni con me e chiediamo almeno se può lasciarci liberi,,i due andarono proprio li,strada facendo Tim si accorse di un gatto nero seguire da dietro i suoi occhi erano giallo arancio e i baffi lunghi e tondi, ma non disse nulla al suo compagno per non preoccuparlo più di quanto egli non fosse. Arrivarono davanti l’entrata il gatto da dietro si stiracchiò e si abbassò sulle sue zampe senza perderli di vista. -Adesso cosa facciamo ?disse Gero volgendosi a Tim con singhiozzo,- aspetta che prendo il mio infallibile flauto vediamo se neanche i demoni hanno un anima,mia mamma dice sempre anche i panni più neri possono diventare luminosi e puri se hai fede,in quello che fai…- tua mamma ha mai visto una strega demone per caso?no,però crede in Dio e quanto basta non credi…usci il flauto avvicinandoselo sulle labbra sottili e calde ,e iniziò la cantilena ,…suoni intonati lasciarono sbigottito lo stesso Gero, anche se unico amico non lo aveva mai sentito suonare..dalla finestra sentirono un gemito,il gatto che era li si lagnava,in quel momento Tim e Gero sentirono caldo alle tempie ,la porta si apri da sola…..nessuno di umani vi era a parte loro,entrarono non potevano rifiutare l’invito,il primo fu Tim che fece il passo più coraggioso del suo amico,- salve! ..disse Tim tentennando io e il mio amico volevamo dirle che non faremo più niente di male e che non verremmo più qui a disturbarla ci lasci in pace la prego in quel momento un sottile luce violacea si affacciò dal soffitto fino ad arrivare sulle sue ginocchia disse Gero - ma cos’è ?tim rispose che forse era la luce divina dello spirito della strega ,vi era un tavolo di mogano vecchio e decrepito sopra di esso un foglio di spartiti..i due si avvicinarono seguendo la luce che li condusse li…forse è il suo spirito che ci sta guidando qui,per aiutarla e magari vuole che suono queste note ,disse a voce bassa Tim a Gero,- sciocchezze,come può dirci questo ,Tim comunque provò a suonare quei spartiti un pò confusi stonati tra di essi ,non avevano assonanza fra di loro,più che altro erano mescolati da pause,Tim riprese a suonare le orecchie di Gero fischiarono le fredde mura si scaldarono,il colore della stanza si tinse di glicine,la polvere si sollevò dalle sedie e dai pezzi di specchi rimanenti, uno stipetto che vi era ancora la diventò d’oro laccato,il pavimento scheggiato ,marmo pregiato, la finestra senza telaio, diventò un arco d’argento,l’odore di muffa ,fragranza di miele pastoso. Il buio luce boreale spargersi per tutti gli angoli nascosti dove insetti e topi sparirono,su un muro vi era un affresco di un uomo alto con capelli lunghi e castani con fronte alta e occhi azzurri come l’ebbrezza dell’estate di carnagione chiara come la sabbia , e quelle sue labbra carnose rosse di fragole,era il volto dell’uomo che ella vide morire e mai più dimenticato,sotto l’affresco vi era la data del suo decesso..gli occhi nei ragazzi si fecero languidi ,e Gero scoppiò a piangere per la commozione,poggiandosi sul petto di Tim i due sentirono un lamento che proveniva da un’altra stanza ,Tim preso di coraggio disse di farsi avanti senza aver paura.. apparì la figura di una ragazza il cui aspetto l’impietosi per la rara bellezza che regnava in lei,Tim riuscì a descrivere tutti i punti di una perfezione divina, il quale Dio creò con le sue mani ..i suoi capelli erano ricci e lunghi gli occhi tondi e zigomi accentuati dalle smorfie di dolore che ella presentava le sue labbra il capolavoro di un pittore,l’opera d’arte che al mondo mancò,per via dell’amore profondo che la logorò straziandola e portandola nelle mani del diavolo…Tim tossi per vedere il volto che tendeva a guardare il basso,i suoi occhi lo ipnotizzarono ,ella disse non aver paura ,sono rimasta incatenata tra la terra e il cielo ,il mio cuore è adesso pulito,il tuo flauto magico mi ha dato pace alla mia anima,facendo spezzare le catene che mi legavano ancora qui tra il mio disarmo funebre scuro al mio maledetto spirito….mi chiamo Marlen ,la sua voce trapanò facendo schiantare il cuore di Tim sulla punta di una roccia ,perforandolo…Tim le disse come mai lo spartito era sul suo tavolo,disse che ella non accettando la morte anticipata del suo giovane marito decise di scendere nel profondo regno maledetto ,per rivedere per l’ultima volta Cristofer ,ella pagò per più di cent’anni il suo patto col diavolo in persona, firmando col sangue della sua anima pura. inoltre aggiunse che il loro amore non era solo fatto di carne ma da un legame spirituale che avevano..come è morto disse Gero prendendosi di coraggio ,mentre stava agguantato sulla spalla destra dell’amico ,lei si mise la mano lucente di brillanti sul petto,e singhiozzando raccontò che il suo Cristofer era un poeta ,stava scrivendo delle opere dal suo terrazzo ,dove da li vide una cascata dall’altra parte della montagna,ci andò per toccare quelle acque fredde che scorrevano velocemente,avvicinandosi si esposte più del previsto arrivando a morire su quelle acque,scrisse comunque i primi versetti di quelle acque maledette,e sono qui scritte ,la donna dal palmo della mano sinistra usci un foglio di pergamena ingiallito con penna a inchiostro di chino Tim lesse.
Acqua torbida ,fulmineo è il viaggio verso i fiumi che disseterai
Lento è la penna d’oca con cui ti scrivo,su questo papiro..
Acuto è il tono ,sbattendo nei bordi di pietra…
La tua purezza è l’anima vergine cristallina..
L’unico marcio ,è l’uomo privo limpido lindo,di verità..
Con questi versetti la stanza cosi come tutto il resto tornarono allo stato originario ,i due ragazzi fecero dietro fronte facendosi il segno di una croce, .Tim osservò per l’ultima volta quel casolare,uscendo da li ,trovarono su delle foglie secche anelli d’oro,collane di zaffiri,bracciali d’argento ,con perle incastrati tra di loro,Tim prese il tutto e lo seppellì proprio davanti il casolare,quel gatto restò li fino al quel momento dopo di che se ne andò con le sue zampette solo per la sua strada Fu cosi che tornati a casa i due ragazzi si promisero di non parlare mai più di questa vicenda trascorsa,e nemmeno dovevano mai più andarci disturbando il sonno di quei amanti..questa è la storia di una donna che patteggiando con il diavolo divenne una leggendari strega,di nome Marlene,quella donna schiava d’amore scese nei gradini evanescenti del seducente triviale bestia del diavolo,dando la sua anima per rivedere per l’ultima volta il viso poetico e splendido del giovane marito…

3 commenti:

  1. Secondo me c'è un uso eccessivo di reticenza(i puntini di sospensione, per intenderci)!

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  2. non mi piace molto perche....

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  3. Sono Elio,perchè non ti piace?

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