mercoledì 29 febbraio 2012

"Il bacio" di Ivano Di Benedetto


 
Punteggio 161/250  ( 6.4 voto)

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Una piuma insanguinata danza nel vento.
Un sole rosso si leva sul campo di battaglia e i gemiti dei feriti ,ultima eco del grande scontro tacciono e l'irreale silenzio
è spezzato solo dal fruscio dei laceri stendardi nella brezza del mattino.
I lunghi capelli colore della notte senza stelle ,si stendono come un manto sulla terra ,gli occhi che hanno visto l'umanità bambina ,spenti ,le grandi ali dorate ,che mille e mille volte avevano solcato i cieli simili a velieri ,screziate di vermiglio ,spezzate e la lunga ferita ,profonda come gli inferi , a profanare la leggendaria bellezza.
La lama scalfita ,abbandonata , i caduti a farle da corona.
Derhia, principessa della Stirpe Angelica giace nella luce nascente .
La vede.
Lei avanza, simile ad una fiera pronta al balzo.
Sente il suo tocco di seta sulla pelle.
<Kayla?> ,con voce rotta dal dolore e dall'immensa gioia di rivedere il volto amato,<Sono qui amore mio> dice sfiorandole dolcemente il viso e posandole un tenero bacio sulle labbra riarse.
Ricordi di miele e di elleboro affollano le loro menti, ricordi di un mondo più giovane, dei loro sguardi e delle loro guerre, dei baci rubati, delle sete fruscianti nelle torri d'avorio sopra le nuvole.
Con un ultimo bacio ai capelli dell'amata Kayla, signora dei Caduti le affonda pugnale nel petto.
La lama ,pegno del loro imperituro amore fa’ guina del corpo di Derhia e senza voltarsi la signora dei Caduti si allontana.
Lacrime copiose come cascate le segnano il volto e dove queste incontrano la terra ,essa genera una rosa bianca.
<Dormi amore mio> le enormi ali nere, come gli abissi dal quale è sorta, portano Kayla oltre le nubi….
Ali come seta e oscure come la notte portano Kayla, signora dei Caduti ,lontano dall'amata, lontano dal dolore ,lama arroventata che strazia la sua anima, come un incendio brucia i suoi pensieri, spegne la luce nei suoi occhi di zaffiro e i lunghi capelli ramati prendono il colore del sangue.
Il colore della morte.
Si sveglia di soprassalto ,madida di sudore , le lenzuola sembrano spire di serpi pronte a stritolarla, la allontana con un gesto repentino, boccheggia alla ricerca d’aria, affannata< è stato solo un sogno>mormora ben sapendo che non era un onirica visione ma un ricordo,.
L’ultimo ricordo di Lei, anche se infiniti soli sono sorti e tramontati sul mondo il suo cuore e la sua anima sono rimasti a quel giorno tinto di vermiglio dal suo sangue, dalla terra che avidamente beve la sua vita, dalla brezza in cui si perde il suo ultimo respiro, l’inesorabile scorrere del tempo che sfigura la sua bellezza rendendola freddo simulacro di se stessa, le risate mutate nei tristi lamenti che si alzano dalle pire funerarie o in rozze grida di guerra, il dolce suono dei flauti sovrastato dai tamburi che chiamano alle armi , come il tubare delle colombe è sovrastato dal verso del falco.
Il suo sguardo vaga per l’appartamento che dà su Times Square , il gigantesco specchio sembra riflettere un estranea, non certo Kayla, signora dei Caduti, guerriera leggendaria , al cui nome i mortali fuggivano atterriti o con la fronte nella polvere bruciavano offerte sui suoi altari, il volto riflesso invece appartiene ad una donna di indubbia bellezza sebbene siano evidenti i segni di una notte insonne, le borse sotto gli occhi , leggermente arrossati, i capelli scarmigliati e il segno del cuscino sulla guancia destra, oltre al rossetto sbavato , muti testimoni del party della sera precedente, il vestito con il quale ha ammaliato mezza New York ,mentre l’altra metà si chiedeva chi fosse la splendida sconosciuta , giace abbandonato in terra , alcuni degli Swarovski che ornavano lo spacco si erano staccati e una macchia rossa ne deturpava il candore.
<Sicura che non ci siamo già incontrati? San Barth? O erano le Maldive?>la voce stridula di quell’ometto insignificante le ritorna alla mente e le strappa un sorriso, infagottato in un abito sartoriale italiano che più che nascondere i suoi difetti sembrava malignamente sottolinearli e contribuiva a farlo sembrare grottesco, la sua grassezza oltre alla vistosa stempiatura e a quell’irritante vocina gli erano valsi un occhiata di disgusto da parte di Kayla che si era allontanata senza degnarsi di rispondere, mentre già dopo pochi passi il volto dell’uomo svaniva in nella nebbia dei ricordi.
Sorseggiando un cosmopolitan nota l’arrivo di Akysa, lo sguardo di tutti i presenti si volge verso la nuova arrivata e corre sul vestito di Chanel che con un delicato gioco di trasparenze non lasciava molto all’immaginazione, le spalle sono nude e una generosa scollatura metteva in risalto le sue forme e offriva alla vista buona parte di quell’incarnato eburneo che aveva acceso i cuori di sovrani e generali nel corso dei secoli , le ali bianche con le punte spruzzate di lillà erano una vista consolatrice per la principessa dei Caduti che non avrebbe sopportato l’ennesima serata a flirtare con attori di Hollywood e capitani d’industria, anche se ridurli ai suoi piedi con un solo sguardo era diventato uno dei suoi passatempi preferiti.
Le si avvicina ,<Akysa, quarto capitano delle schiere celesti>le mormora con malizia< non credevo che questa fosse il tuo genere di festa>pone l’accento sull’ultima parola per metterla a disagio< Kayla principessa dei Caduti che bella sorpresa non pensavo saresti venuta >la guarda negli occhi prima di proseguire <credevo fossi a casa a piangere per Derhia come fai da quanto? Mille? Duemila anni? Ma sono contenta che tu sia venuta non volevo essere l’unica con più di seicento anni>dice sorridente e con l’aria di sfida mentre il cocktail di Kayla e il vestito di Akysa si incontrano e prima ancora che l’immortale vestita Chanel possa pensare di reagire una lama prismatica le viene puntata al collo, il chiacchiericcio degli astanti giunge come una lontana eco alle due immortali.
<N…Non puoi farlo>la voce rotta dal terrore , la pressione della lama aumenta e una goccia di sangue sgorga e scende lungo il collo fino a sparire nel decolté < Ops…non volevo> con un tono che non lasciava presagire nulla di buono <o forse si?>affonda il pugnale fino all’elsa ,godendosi il gorgoglio del sangue che sgorgava copioso, estrae lentamente l’arma e ne osserva deliziata la mortifera bellezza .
Akysa si accascia , il pavimento di marmo ne accoglie il corpo esanime.
Senza degnarla di un'altra occhiata Kayla si allontana mentre i mortali continuano la serata come se nulla fosse ,nota con estremo disappunto una macchia rossastra sul vestito, chiama un taxi perché la riporti a casa <Times Square incrocio con la 46>con voce neutra mentre si abbandona sui sedili in simil-pelle sdruciti e adornati da qualche bruciatura di sigaretta , la vettura sfida il traffico newyorkese e il conducente ,un ragazzo scuro, di origini mediorientali , impreca in arabo e getta dallo specchietto retrovisore occhiate alla bella passeggera, chiedendosi come mai una con un vestito da migliaia di dollari prenda un taxi sgangherato invece della limousine.
Giunti a destinazione Kayla getta distrattamente una banconota da cento dollari al tassista e si dirige verso casa , l’ascensore a vetri la riporta verso l’attico.
Viene sradicata dai suoi pensieri dal vibrare del cellulare , al vedere il nome sul display il suo umore cambia del tutto e cercando di nascondere la preoccupazione < Ce ne hai messo di tempo saranno passati almeno venti minuti dal mio piccolo…”spettacolo”>una risata all’altro capo del telefono la sconvolge< Credi davvero che ti abbia chiamato per Akysa? Che non abbia nulla di meglio da fare che occuparmi della morte di un angelo di livello inferiore?> silenzio , spezzato solo dal suo respiro <mi deludi>, la creatura che sale verso l’attico non sa che pensare si era aspettata una sequela di <Cosa ti è saltato in mente? Sei impazzita?> e cose del genere , quella palese dimostrazione di disinteressa per la sorte di una sua sottoposta la metteva in agitazione < Allora cosa vuoi? è un po’ tardi per chiacchierare>dice cercando di mostrarsi risoluta <Volevo sentire una vecchia amica , ma noto che la tua cortesia è andata scemando nel tempo>con il tono di una maestra che rimprovera una bambina disobbediente < Elizabeth…che vuoi? non sono dell’umore per i tuoi giochetti> solo il silenzio come risposta, aveva messo giù.
Spalanca la porta di ingresso, si sfila il vestito e lo getta in terra , le loubutin tacco dodici ancora ai piedi, con un tocco chiude la porta alle sue spalle e si dirige in camera da letto…<Felice di vedermi?>dice una voce tristemente nota,<il tuo show non è stato molto gradito nelle alte sfere e parecchi vorrebbero la tua testa>si avvicina , è a un respiro da lei<non io però>come a volerla rassicurare <Cosa vuoi?>con un misto di modestia e risolutezza , le uniche due armi a sua disposizione , in quanto è impensabile affrontarla , <Te>con uno sguardo di pura malizia che corre sul suo corpo , difeso unicamente dalla lingerie, le strappa un bacio, senza dolcezza, quasi con violenza, la sua lingua incontra quella di Kayla come un armata ostile.
I suoi baci diventano più ardenti mentre le sue dita indugiano sulle sue mutandine, reclina il capo, cercando di trattenere le lacrime mentre si insinua dentro di lei , i gemiti della principessa dei Caduti si spandono per l’appartamento come onde di marea, le sue ali la avvolgono come un sudario, come a ribadirne il dominio.
La sua lingua e le sue dita danzano sul corpo di Kayla senza fretta, assaporando il piacere di averla umiliata e sottomessa , soddisfatta si allontana da lei con un sorrisetto di trionfo mentre l’anima della principessa degli Oscuri andava in pezzi, lacrime copiose erompevano , violente e incontrollate come magma , dal profondo del suo cuore, lacrime di rabbia e di odio non solo verso Elizabeth e quello che le ha fatto ma soprattutto verso se stessa per averglielo lasciato fare, non aver avuto la forza e il coraggio di fermarla , essere stata l’unica cosa che temeva fin da bambina, debole.
Si getta sul letto, vede se stessa nell’atto di strapparle il cuore ancora pulsante dal petto, di stringerlo fra le mani e pian piano aumentare la pressione fino a ridurlo a una poltiglia sanguinolenta, sorride amara al pensiero, ben sapendo che era un sogno irrealizzabile senza il Suo aiuto, sebbene la ripugnasse profondamente l’idea di rivolgersi a Lui, non aveva scelta.
Con i suoi capelli talmente chiari da sembrare del colore della neve appena caduta, gli occhi grigi, gelidi, e una cicatrice ad attraversargli la guancia destra Eruannon era inconfondibile, ripensando a lui non poteva fare a meno di chiedersi perché non avesse affondato il colpo, lei era inerme ,la spada giaceva ad alcuni metri di distanza, irraggiungibile, perché l’avesse lasciata andare.
Le sue parole ancora la accompagnavano e quel <Ci rivedremo>pronunciato mentre le dava le spalle e spariva nel fitto della boscaglia avevano condizionato profondamente gli anni a seguire tanto che in ogni fruscio del vento, in ogni ombra, dietro ogni angolo, in ogni volto sconosciuto che la osservava rivedeva lui….
Se socchiudeva gli occhi lo rivedeva …
< Otto in buca d’angolo>la biglia nera che attraversa il tavolo ,il suo sguardo fisso su di lei, ignorando chiunque in quello squallido bar di Phoenix , ancora lo vedeva appoggiare la stecca al muro ed andarsene senza dirle nulla…
<Central Park> , non sa nemmeno perché ha pronunciato il nome di quel luogo, ma sa di doverci andare subito, si infila un vestito a caso , e si avvia.
Il parco è avvolto dal manto della notte, rischiarato da qualche lampione, deserto e inquietante ,totalmente diverso dal luogo ameno che è alla luce del giorno, dove risa di bambini e gente che fa jogging lo animano, le panchine dove anziani siedono a giocare a scacchi , vuote, i suoi occhi inumani notano un alfiere nero, abbandonato, lo prende tra le dita quasi quella pedina dimenticata potesse dare forza al suo cuore in subbuglio, scorre le dita lungo la scheggiatura che ne attraversa la base e trova quel contatto stranamente rilassante .
Silenzioso come uno spettro le giunge alle spalle , sente un brivido attraversarle la spina dorsale quando la Sua voce le sussurra <Mi cercavi > non era una domanda, prima che lei potesse replicare Eruannon, il Rinnegato, nemico del Cielo quanto dei Caduti, le è di fronte ,< so tutto , mi dispiace di essermi perso la vostra piccola scenetta lesbo…> sorride divertito < Sei bella esattamente come allora> sollevando la punta delle dita come per toccarla ma fermandole a mezz’aria< E tu continui a farmi schifo oggi come allora> dice Kayla piccata , non si lascerà intimidire né mettere a disagio da lui e dal suo atteggiamento , mentre sdegnata si scosta e pronuncia le uniche parola che avrebbero potuto sanare il suo cuore e la sua anima< ho bisogno del tuo aiuto>,osserva il contrarsi della sua mascella mentre medita sulla risposta , cerca di legger nei suoi occhi imperscrutabili la sua decisione , mentre i minuti passano è l’irreale silenzio è spezzato unicamente dai suoni della città in lontananza.
<Lo farò> il tono privo di qualunque sfumatura ,estrae lentamente una sigaretta dal giubbotto di pelle e la accende , rischiarato da quella minuscola luce , appoggiato , con fare teatrale ad un lampione, Kayla nota come non sia cambiato per nulla, giubbotto di pelle e jeans strappati al posto della lucente armatura, sono le uniche differenze che vede in lui, l’atteggiamento sfrontato, beffardo , con quel tocco di sarcasmo da attore consumato che l’aveva sempre irritata è il medesimo.
Si allontana senza dirle altro e senza un cenno di saluto , si limita a voltarsi e andarsene, le buone maniere non avevamo mai fatto parte di lui
Non sapendo cosa pensare si dirige verso casa, non sa ancora se fidarsi o meno, non ha motivo di mantenere la parola data , non ha nulla che possa solleticare la fantasia di uno come lui, un mercenario ed assassino provetto, i soldi di certo non le mancavano ma per Eruannon non hanno alcun valore e non sono dissimili dalle cartacce gettate agli angoli delle strade,.
Si getta nuovamente sul letto, ormai divenuto una sorta di scudo per la sua anima, come se lenzuola di seta e cuscini di piume fossero sufficienti a lenire le sue ansie, a dissipare le sue paure, pronte ad assalirla in ogni momento, le mura di se stessa si sgretolano, pezzo per pezzo , si sente svuotata, fisicamente ed emotivamente sfinita e pian piano scivola in un sonno senza sogni…
Al suo risveglio nota la scatola nera poggiata sulla specchiera, scorre le dita lungo i bordi e sul fiocco come per gustare il momento , la apre e rimane sgomenta , lieta e mille emozioni si alternano in lei come in un caleidoscopio.
Il cuore di Elizabeth è in quella scatola insieme a Quel ciondolo.
<Non è possibile…non è possibile>guardando il minuscolo pendaglio d’argento con l’acquamarina, il ciondolo da quale Lei non si separava mai , ignorando completamente ciò che fino a pochi secondi prima aveva costituito il suo più profondo desiderio , solleva il piccolo gioiello , con delicatezza , lo accosta alle labbra e lascia che il suo cuore e la sua mente si abbandonino ai dolci ricordi che il semplice tocco di quel metallo antico suscita in lei.
<Addio mio Amata> bacia teneramente il gioiello , gli occhi socchiusi e le ali spalancate …
Un altro sole rosso sorgeva sul mondo….

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